Archive for the News Category

Alessandro Bruyere al Salone Internazionale del Libro
L’appuntamento è per questo pomeriggio, 18 maggio, alle ore 17.00 presso il padiglione 3, stand numero S-80 del Salone Internazionale Del Libro di Torino per la presentazione del libro “Igei, storia di un drago che faceva judo”.
Alessandro Bruyere presenterà al pubblico il libro che racchiude la storia del draghetto IGEI, personaggio simbolo dell’Associazione IGEI, che utilizzata il racconto del dra-pollo isolato e vittima di bullismo come metafora per divulgare messaggi positivi a favore della diversità e dell’integrazione.
Partendo dalla presentazione del romanzo Igei, storia di un drago che faceva judo Alessandro Bruyere parlerà ai ragazzi di come lo sport e in particolare la disciplina del judo possa essere uno “spazio” di crescita personale, d’incontro e d’integrazione, un mezzo per vincere il bullismo.
L’evento si svolge con il sostegno del Lions Club di Torino, Augusta Taurinorum, con il quale si è già intrapreso un percorso di collaborazione negli anni passati.

“Ippon al bullismo con Igei” fa tappa a Isernia
“Quando faccio judo”
Quando la passione incontra la magia, succede sempre qualcosa di speciale.
Pubblichiamo qui di seguito le parole di Giusi Ricciardi, colei che ha avuto la meravigliosa idea che oggi vi stiamo raccontando, e che ha diretto l’orchestra, utilizzando per farlo una bacchetta magica:
Ho conosciuto Igei al Teatro Ragazzi di Torino, una sera di marzo di quest’anno, dopo aver assistito al suggestivo spettacolo di Eleonora Frida Mino “Il Maestro: una storia di judo e di vita”. Dopo la rappresentazione ho potuto conoscere personalmente l’autore del libro “Igei. Storia di un drago che faceva judo”, colui che attorno a questo personaggio ha saputo creare una narrazione avvincente e nel contempo istruttiva: Alessandro Bruyère. Quella stessa sera ho deciso che avrei fatto conoscere Igei ai bambini delle due quarte elementari in cui stavo conducendo i miei laboratori di lettura ad alta voce (attività, questa, che svolgo come Senior civico, avendo aderito ad uno dei molteplici progetti di volontariato civico in atto a Torino). Per una fortunata coincidenza, in quel periodo i bambini destinatari dei miei laboratori stavano frequentando un corso di judo: la lettura in classe della storia di Igei mi è parsa dunque un ideale complemento del loro percorso sportivo e al tempo stesso uno stimolo, per loro, a cogliere e a far propri gli insegnamenti di vita che sono alla base di questa disciplina e che emergono con tanta evidenza dalla storia di Igei. Come immaginavo, i bambini hanno ascoltato con interesse crescente il racconto delle vicende del draghetto, seguendolo con spiccata consapevolezza nell’intreccio delle sue relazioni e nel compimento del suo percorso di maturazione, fino allo scioglimento della vicenda, atteso con palpabile trepidazione. Invitati ad esprimersi sulla loro esperienza del judo, i bambini hanno fatto spesso esplicito riferimento ad Igei, a dimostrazione di quanto il personaggio e il suo composito mondo, sapientemente ricalcato sulle dinamiche della realtà infantile, abbiano toccato e fatto vibrare le loro corde.
Giusi Ricciardi 16/06/2016
Non servono ulteriori parole, se non quelle dei veri protagonisti di questa storia: i bambini della scuola primaria Cesare Battisti di Torino.
“QUANDO FACCIO JUDO…”
Che cosa provano i bambini della IV A della Scuola primaria “Cesare Battisti” di Torino:
Alessandro: Quando faccio judo mi diverto e mi insegna a proteggermi dai pericoli e a non sbattere la testa!
Alex: Quando faccio judo mi sento più forte e più coraggioso. Quando sono sul tatami a fare una battaglia mi dico: «Ce la devo mettere tutta». Il judo mi insegna che devo avere rispetto, e riguardo per quelli più bravi di me. Il judo mi ha anche insegnato che, come dice il maestro di Igei, «Non devi mai mollare, anche quando pensi di non farcela», perché «E’ tutta una questione di testa, se dentro di te lo vuoi fare, il tuo corpo reagirà, ha un’energia infinita dentro di sé!».
Asia: Quando faccio judo provo felicità e forza. Mi ha insegnato delle mosse come osotogari. Il maestro ci ha detto che non ci dobbiamo distrarre da quello che stiamo facendo, perciò è importante la concentrazione.
Athina: Quando faccio judo sono piena di energia. Mi piacciono le attività che facciamo insieme al maestro. Lui ci insegna un sacco di nuove mosse. Ogni cosa è un divertimento, è come se fosse un gioco, ma ci vuole molta concentrazione.
Cristina: Quando faccio judo mi sento più sicura di me, più forte. Sento l’adrenalina scorrere dentro di me, ed è grazie al judo che ho imparato molte tecniche, ho imparato le cadute…Per me il judo è una disciplina molto importante ed educativa. Quando facciamo le capriole sul materasso, sento molto coraggio in me. Il judo è molto bello.
Denis: Quando faccio judo mi piace fare i combattimenti a terra e osotogari. Quando faccio judo mi diverto molto.
Desirée: Quando faccio judo provo una sensazione fantastica e mi piace moltissimo. Per me non è una competizione ma un modo di giocare e divertirsi.
Diego: Quando faccio judo provo tanta gioia e felicità e anche tanta forza dentro di me.
Elena: Quando faccio judo mi sento bene perché è un modo per divertirsi e stare insieme, e tutti i bambini devono sapere che il judo non è una gara e non solo una competizione.
Francesco: Quando faccio judo provo un po’ di rilassamento e libertà di muovermi. Il maestro ci ha insegnato che judo è il rispetto degli altri.
Giulia: Quando faccio judo provo una sensazione di forza e di coraggio. Il judo mi diverte molto.
Jovelyn: Quando faccio judo provo tante emozioni, sento una grande voglia di fare tante amicizie e di dare il meglio di me in ogni cosa. Perché solo con l’impegno riesco a migliorare.
Karol: Quando faccio judo provo dei sentimenti bellissimi, ad esempio: coraggio, forza, altruismo verso l’avversario. Il judo mi ha insegnato che se anche perdo una gara, l’importante è partecipare.
Manuel: Quando faccio judo io mi sento leggero come una piuma e qualche volta provo anche un po’ di dolori. Bisogna rispettare le cinture più alte. Il judo mi ha insegnato a difendermi.
Martina: Il judo è bello e mi fa provare molte emozioni. Il judo è come un gioco, anche se si fanno le mosse tra amici. Il maestro ha detto che il judo serve per difendersi, non per sfogarsi.
Matteo: Nel judo provo forza, divertimento e passione. Mi piace davvero un sacco fare judo.
Moussa: Il judo mi piace perché è divertente e giochiamo. Alcune volte siamo stanchi ma è molto divertente. Poi facciamo le cadute avanti e indietro, e il maestro Nino ci fa fare dei giochi che ci piacciono.
Nicola: Quando faccio judo provo una sensazione di libertà, felicità e gioia. Il judo mi insegna a rispettare gli altri.
Rebecca: Il judo mi piace perché insegna a rispettare e a perdere. Quando lo faccio mi diverto molto, per me è come un gioco di squadra. Mi piace molto fare le diverse tecniche o le cadute. Insomma, il judo mi piace davvero tanto!!
Serena: Quando ho cominciato judo ero un po’ emozionata. Alcune volte mi stancavo, ma dopo mi sono abituata e mi sono divertita. Il maestro ci ha insegnato che il judo è anche un posto di concentrazione.
Simona: Quando faccio judo provo una sensazione di svagamento e di felicità. Ma la sensazione che provo di più è la volontà di farlo.
Stefano:Quando io faccio judo mi sento emozionato e quando faccio le mosse mi sento gasatissimo. Il judo mi ha insegnato molte cose, come il rispetto e la cedevolezza.
“CHE COSA TI HA INSEGNATO FINO AD ORA LA PRATICA DEL JUDO?”
Rispondono i bambini della IV B della Scuola primaria “Cesare Battisti” di Torino:
Alessandro: Il judo mi ha insegnato a rispettare ancora di più chi combatto e anche chi incontro, anche se non lo conosco. Mi ha insegnato a concentrarmi quando faccio una cosa che mi sembra facile e so fare. Mi ha insegnato a stare nel mio spazio e, quando facciamo qualche tattica, a non farlo con cattiveria come si vede nei film, ma per il piacere di farlo, e non importa se perdi o se vinci.
Alexia: Il judo è uno sport dove non ci si arrende mai. Nel judo devi avere controllo verso l’avversario. Il judo mi ha insegnato che non è questione di forza ma di tecnica. Il judo è un gioco di squadra e lo si deve fare col cuore.Nel judo non conta la cintura bianca, gialla, arancione… Non conta la cintura, ma conta se ti vuoi impegnare per arrivare al punto che desideravi da tanto raggiungere praticando il judo. Non importa se in una gara non vinci, basta che ti sei impegnato, che ti sei divertito, che hai partecipato, che hai gareggiato per vincere qualcosa, perché questo vuol dire che ti piace, che vuoi arrivare ad un certo punto. Mi ha insegnato anche che questa attività si svolge solo sul tatami e che il judo è difesa, non attacco. Io invito anche altre persone a praticare questa bellissima arte marziale.
Beatriz: Il judo mi ha insegnato a fare gioco di squadra, a credere nei compagni e a migliorare insieme. Per fare judo ci vuole passione e non si deve avere mai paura di farlo. Come dice il maestro di Igei, nel judo «non è il tempo che misura una capacità, ma la passione».
Carlo: Il judo mi insegna ad avere controllo nelle cadute e nella tecnica, a mettercela tutta; e quando non si riesce a fare qualche esercizio, uno non si deve abbattere e deve credere in sé stesso. Ci vuole rispetto e saggezza.
Elena: Il judo mi ha fatto capire che è importante credere in sé stessi, anche quando si pensa di non riuscire. Bisogna fidarsi del proprio compagno e tenerlo sempre durante le cadute. Mi ha insegnato che avere rispetto per tutti è importantissimo, non solo per gli amici, per i genitori… per tutti. Il judo è una disciplina sportiva di concentrazione. Alcune volte non mi concentro molto, però cerco di dare sempre il meglio per tutto. Il judo è fondamentale per la vita, perché riesci a difenderti sempre dalle persone che ti vogliono fare del male. Io adesso credo in me stessa, ma non tantissimo. Ecco perché mi piace il judo: perché ti insegna tante cose da non dimenticare mai nella vita.
Enea: Per me il judo è saggezza e movimento, non violenza. Il judo è rispetto verso chi ti sta intorno e soprattutto verso l’avversario. Quando faccio le tecniche devo sempre avere il controllo, tenendo il mio compagno senza fargli del male. Nel judo bisogna mettere saggezza e usare la testa. Il judo è uno sport… più saggio che di movimento. Il judo è uno sport saggio!
Firdaous:Il judo mi sta insegnando a rispettare gli altri, anche chi non ti rispetta, ad avere sempre il controllo e a saper giocare in squadra.Il judo mi ha insegnato a sapere come cadere senza farmi male, a sapermi muovere senza fare male a me stessa e agli altri. Il judo mi insegna che non importa né vincere né perdere, ma impegnarsi.
Francesco P.:Il judo mi ha insegnato il rispetto nei confronti degli altri, ad incoraggiare chi dubita di sé stesso, a lavorare di squadra e ad insegnare a chi non ha rispetto a comportarsi meglio per stare bene insieme. Il judo insegna ad essere più sicuri e a non scoraggiarsi mai. Gli avversari non sono nemici, ma amici che ci permettono di giocare. Il judo deve essere usato solo per difesa, solo se veniamo attaccati, e quando viene praticato non bisogna far male a nessuno, perché il judo è un gioco. Non bisogna prendere in giro nessuno, ma bisogna incoraggiare chiunque. Se qualcuno sbaglia bisogna aiutarlo, fargli vedere dove ha sbagliato, fare un lavoro di squadra. Il judo è rispetto.
Francesco T.: Il judo mi ha insegnato ad avere rispetto per tutti, pure per i deboli. Mi ha insegnato anche a difendermi e a fare le cadute, a lavorare di squadra e ad essere più sicuro.
Gabriel: Nel judo non ci si deve mai arrendere. Quello che facciamo dobbiamo farlo col cuore e non bisogna mai usare la forza ma la tecnica; bisogna, però, avere anche forza. Il judo è anche fiducia e gioco di squadra, e “anche se non raggiungiamo la luna, raggiungiamo almeno una stella o se non raggiungiamo la vetta, siamo almeno vicini a lei”: quello che intendo dire è che anche se non ce la facciamo, abbiamo almeno partecipato. Spero che questo farà praticare a molti questa disciplina sportiva eccezionale.
Giorgia Il judo è una disciplina molto divertente. Il gioco di squadra è importantissimo. Non bisogna però usare le tecniche contro i più piccoli. Il judo mi ha insegnato a cadere bene senza farmi male. L’ordine è anche portare rispetto. Come insegna il maestro di Igei, non portare rispetto è facile, portare rispetto anche a quelli che non lo portano è difficile.
Marta: Uno degli insegnamenti più belli del judo è quello di credere in sé stessi. Ti servono concentrazione, cuore e occhi. C’è anche la passione, il coraggio, la forza, l’onore. Il judo insegna a sentirsi sicuri e a non avere mai paura, a fidarsi quando un compagno ti tiene il braccio. Con il judo aumentano le mie sicurezze.
Nicola: Il judo mi ha insegnato ad essere me stesso, a fare del mio meglio e a concentrarmi. Mi ha insegnato ad avere rispetto degli altri; infatti il nostro maestro ci dice:«Quando fate cadere il compagno, tenetelo con controllo e proiettatelo bene». Il judo mi ha insegnato a non arrendermi ma a continuare. Il judo è solo difesa e non si usa per attaccare. Io oltre a judo faccio anche karate e tutti e due mi hanno insegnato che non è importante vincere, ma vedere gli errori e non farli più.
Sara:Il judo mi sta insegnando il rispetto verso gli altri e verso l’ambiente. Fare un gioco di squadra è molto importante. Il judo mi insegna a far cadere i miei compagni senza fargli male, tenendo sempre il braccio; mi insegna anche che l’importante è impegnarsi e uscire fieri di aver dato tutto l’impegno che possiamo dare, aumentando sempre le nostre capacità.
Un grazie immenso a Giusi per l’idea che ha avuto e per averci regalato tutto ciò. Oggi ha insegnato qualcosa anche a noi!
E un grazie altrettanto immenso a tutti i bambini che hanno conosciuto Igei e il judo e che con queste parole colorano il mondo e il judo e lo sport di favolosità.
Alessandro Bruyère.

Prossimi appuntamenti!
Igei e la sua storia non si fermano mai!!
Giovedì 9 giugno, presso il teatro Sala Polivalente Operti di Torino (c.so Siracusa 213) alle ore 20.30 ci sarà la replica dello spettacolo teatrale dei bambini della Scuola Elementare C. Casalegno. Testi e musiche originali a cura del maestro Davide Fratta, recitazione e organizzazione della scenografia a cura della maestra Petrizia Ioghà.
Spettacolo teatrale tratto dal libro “Igei, stria di un drago che faceva judo”, recitato e musicato dai bambini della 3° D elementare. Recitazione, musica, teatro delle ombre; un evento unico e assolutamente da non perdere! In loco sarà possibile ricevere un cd con tutte le 10 tracce originali scritte ad hoc per la recita e registrate in studio dal maestro davide Fratta.
Ingresso libero.
Domenica 19 giugno invece stage di judo con presentazione a Vercelli, presso la Piscina Ristorante Le Acacie (c.so Rigola 128).
L’autore dl libro Alessandro Bruyère alle ore 11 sarà sul tatami, assieme allo stesso Igei, per presentare il libro ai judoka presenti allo stage, dai più piccoli ai più grandi, e sarà a disposizione per ogni eventuale domanda!
Orari stage:
- 09.30-11.00 allenamento agonisti e master.
- 11.00 presentazione del libro
- 11.30-12.30 allenamento preagonisti
- pausa pranzo e bagno in piscina
- 15.00-16.30 randori
E per finire martedì 21 giugno, alle ore 19.00 presentazione del libro presso la libreria AUT di Torino (Via Sant’Ottavio 45).
Interverrà assieme al nostro Alessandro anche la dott.ssa Elisabetta Aiello, psicologa e specializzanda in psicoterapia psicoanalitica, esperta in psicologia dello sport e attiva in diverse scuole con progetti sull’affettività legati anche alla prevenzione di fenomeni di bullismo.
Si parlerà non solo del libro e della storia del giovane dra-pollo judoka, ma anche di sport e di bullismo. Di valorizzazione delle diversità e dei valori positivi dello sport in grado di affrontare non solo il bullismo ma anche ogni elemento che intralcia la crescita psicofisica dei bambini e dei ragazzi.

martedì 21 giugno presentazione del libro “Igei, storia di un drago che faceva judo” presso la libreria AUT di Torino
Programma come al solito ricco e pieno di energia!! Non mancate!!

Uno spettacolo magico.
E’ il 27 maggio 2016, un caldo venerdì sera primaverile. Sono le 20.30 e le luci della sala polivalente del teatro Operti di Torino piano piano si spengono. Sul palco qualche sedia, delle chitarre, un tatami e un paravento. Sullo sfondo la scenografia colorata a matita da esperte mani di bambino. In platea genitori, parenti, fratellini e cuginetti. Gli attori sono i bambini della 3° D della scuola elementare Carlo Casalegno di Torino e stanno per dar vita ad uno spettacolo che ricorderò per tutta la vita.
Ammetto che quando scrivevo le pagine del libro “Igei, storia di un drago che faceva judo” fantasticavo oltre che sulle avventure del draghetto Igei anche su future rappresentazioni della storia che stavo creando. Ma non so quanto ci credessi sul serio. Pensavo a spettacoli teatrali, ad attori adulti ma anche a mini bravissimi attori. A ipotetiche scenografie e ipotetiche sceneggiature.
La realtà alle volte supera la fantasia.
L’idea venne ad Immacolata Calabrese, la mia prima maestra di inglese, proprio lì, alla scuola Casalegno, decine di anni fa. Un grandissimo affetto, che perpetua nel tempo. Mi contattò, complice la mia mamma, e mi chiese di incontrarci, aveva qualcosa da propormi.
Conobbi ad una mini riunione Davide Fratta, il maestro di musica, e Petrizia Antonia Ioghà, la maestra di italiano e storia che si occupa delle recite dei bimbi e del laboratorio teatrale.
Hanno letto il libro e li ha entusiasmati, vorrebbero farne uno spettacolo. La 3° D è una classe incredibile, hanno già fatto altre recite e si sono innamorati del libro.
Bello. Bellissimo. Se mi piace l’idea? Mi fa impazzire. Sarebbe davvero meraviglioso.
Davide emana professionalità ed è un vulcano di idee, Petrizia di entusiasmo e di bene per i suoi bimbi. Immacolata precisa , lucida e positiva, ha una visione molto chiare su ciò che lo spettacolo potrebbe essere. Sono un team perfetto, chissà, potrebbe davvero venirne fuori qualcosa di bello.
Beh, ne è venuto fuori qualcosa di magico.
Davide Fratta si è occupato non solo dei testi, ma anche delle musiche originali. 10 tracce cantate e musicate dai bimbi, che il maestro ha poi racchiuso in un cd che ha regalato agli spettatori. Petrizia Ioghà si è occupata della scenografia, del coordinamento della classe e della parte teatrale del tutto. Entrambi si sono dedicati alla regia. Io ho dato un piccolo contributo mostrando ai bimbi qualche gesto, le cadute, proiezioni basilari, che loro hanno trasformato in incantevoli movimenti per il teatro delle ombre. Già, perché il palco è diviso in tre settori. Sulla destra una parte dedicata ai musicisti, in centro lo spazio dedicato alla recitazione vera e propria, sulla sinistra un romantico separé con un faretto che lo illumina da dietro, proiettando le ombre degli attori e trasformandole in eleganti attrici.
I bambini si alternano: una scena fanno parte del gruppo dei musicisti, una scena fanno parte degli attori, una scena parte delle ombre. Tutti fanno tutto. Nessuno è diverso dagli altri, c’è spazio per tutti e il tutto funziona solo con le performance di ogni singolo bambino/attore. Tre scene che si susseguono collegate da brevi intervalli musicati dalle chitarre e dalle armoniche dei bambini.
I personaggi della storia si riconoscono dalle piccole corna colorate da drago che hanno in testa e dalla cintura del judogi coordinata. Gli Igei hanno le corna gialle e i Gei Do verdi. Ci saranno delle bellissime Kiki con le cornine rosa e simpatici Omoi con le corna blu. Cornine bianche per i velocissimi Speedy .
Sono fantastici. C’è il bimbo che recita tutto d’un fiato, quello che si dimentica una parola e ci sorride sopra e quello che fa la faccia terrorizzata. C’è la bimba che da grande farà sicuramente l’attrice e quella che non si ricorda se quello sia il suo turno o no. Sono fantastici nel loro essere genuini. E bimbi. Sono bravissimi. Recitano e si impegnano al massimo. Suonano. Cantano. Cantano loro, tutti assieme. Le loro ombre danzano. Fanno proprie delle frasi davvero difficili, ridono, si emozionano, si spaventano.
La scenografia cambia di scena in scena. I disegni dei bimbi riproducono alla perfezione il dojo del maestro Gei Do, la scuola, la sveglia di Igei. La casa del draghetto.
La storia scorre limpida e viene raccontata con delicatezza e caparbietà.
E alla fine tutti sul palco, tutti con le mani unite, a cantare il brano “Io mi chiamo Igei”. Tutti assieme cantano la frase “io voglio vincere” con le mani al cielo.
Che emozione. E’ difficile raccontarla o spiegarla. L’unica cosa che mi viene da scrivere è che per me è stato un regalo ineguagliabile.
L’applauso finale riempie il teatro.
Salgono sul palco anche la maestra Petrizia e il maestro Davide, a prendersi giustamente la loro parte di applauso e gli innumerevoli complimenti, da parte della platea ma anche da quella degli stessi mini attori. Sono loro due che hanno reso possibile tutto ciò. Hanno fatto un lavoro eccellente. Le canzoni e i testi di Davide sono davvero belli ed emozionanti. Inerenti alla storia e allo stesso tempo originali e creativi. Lo spirito con cui i bambini li hanno imparati e recitati ed eseguiti è meraviglioso.
Mi sento di ringraziarli col cuore e di dir loro che lo spettacolo a cui ho avuto la fortuna di assistere è qualcosa che non dimenticherò mai.
Una sensazione su tutte, in particolar modo, sarà sempre con me. E infonde fiducia nel progetto che stiamo portando avanti e nella vita in generale.
Appena prima che lo spettacolo iniziasse Petrizia mi ha portato dai bambini, che ultimavano i preparativi. Erano agitati ed emozionati, ma pronti. Mi hanno accolto con gioia. “Ciao Ale!!” “Siamo pronti!” “Ci impegneremo al massimo per questa recita!” “Non vediamo l’ora di cominciare! “Abbiamo paura!”. Quanto assomigliava ad una gara di judo, il tutto.
“Ciao ragazzi! Siete bellissimi! E sono sicuro che sarete grandiosi! So che siete agitati, ma ricordatevi sempre la cosa più importante quale dovrebbe essere!”
“Diveritirsi!!!!!!”. Mi hanno risposto tutti in coro, quasi gridando. Sorridendo.
Bravi bimbi, siete riusciti ad imparare la cosa più importante. Fatelo sempre, non smettete mai di farlo. Divertitevi. Uno spettacolo teatrale è così simile ad una gara di judo. Ed è così simile ad ogni sfida che la vita vi metterà davanti. Lo spettacolo potrà essere perfetto come no. Potrete sapere tutto nei minimi dettagli nello stesso modo in cui potrete dimenticarvi una frase, una battuta, il vostro turno. Potrete inciampare e cadere, e rialzarvi ogni volta. Ma vi sarete messi in gioco. Non è il modo in cui farete questo spettacolo e ogni altro che farete che farà la differenza. La differenza la farà lo spirito con cui lo affronterete. Esattamente come dice il maestro Gei Do:
“Divertitevi quando fate una gara, ragazzi miei. Siate più forti del concetto di vittoria o di sconfitta. I punti sono qualcosa che misura un singolo gesto, non le vostre capacità o il vostro modo di essere. E ricordatevi sempre che la cosa davvero importante, in un qualsiasi incontro, è uscire dal tatami sicuri di aver dato il massimo di se stessi. Senza rimorsi e senza pensare che avreste potuto fare qualcosa di più. Comunque vada l’incontro. Solo così avrete raggiunto lo scopo, e cioè vi sarete goduti a pieno quel momento. Il judo è lo specchio della vita di tutti i giorni, in fondo. E la vita andrebbe sempre vissuta così.”
Bravi bimbi. Divertitevi, fatelo sempre. E nella vita vincerete ogni giorno.
Grazie.
Alessandro Bruyère

Convegno: “La proposta del Judo tra Tradizione e Società Moderna”
Il 16 e il 17 aprile 2016 nel dojo della Scuola Judo Tomita e nelle strutture del Don Orione di Roma si è tenuto l’evento di beneficenza in favore del piccolo Leo Di Ceglie, che sta combattendo la sua battaglia contro una brutta malattia (Clicca qui per accedere alla pagina facebook creata per aiutare Leo).
Lo scorso anno l’evento aveva trattato il tema dei ragazzi diversamente abili e Simone, ragazzo down cintura nera, li rappresentava quale simbolo verso il viaggio alla ricerca dell’autonomia. I suoi Maestri di judo, Fabio La Malfa e Alessandro Possagno, ci hanno fatto sapere che Simone non ha mai smesso di sbattere quelle ali e ha superato egregiamente l’esame d’aspirante allenatore ed attualmente insegna judo a bambini e ragazzi in quella stessa palestra dove anni fa iniziò il suo percorso nel mondo del judo.
“La proposta del Judo tra Tradizione e Società Moderna” è il tema del dibattito di quest’anno svolto in due giorni con illustri relatori quali il M° Aldo Piatti, il prof. Giuseppe Tribuzio; il filosofo Alessandro Bruyére e il M° Alfredo Vismara.
Aldo Piatti nel suo intervento parte da un assunto: i giovani hanno bisogno d’essere aiutati a risolvere i problemi semplici della vita quotidiana. Da una parte, quindi, abbiamo principi universali e grandi cambiamenti sociali e dall’altra la difficoltà del vivere comune. In questo mare magnum di vite ed emozioni, la differenza è fatta dall’uomo o dagli uomini che sanno dare l’esempio.
Giuseppe Tribuzio inizia proprio il suo intervento evidenziando come negli scritti del M° Jigoro Kano, inventore del judo, il termine “società” sia quasi un toponimo, ricorre continuamente. Il fondatore del judo distingueva tra un judo in senso stretto (kyogi-judo) che è quello svolto sul tatami, e un judo in senso ampio (kogi-judo) che è lo sforzo di portare i principi del judo fuori dal tatami. A tal proposito, Tribuzio esorta a portare il proprio sapere judoistico al di fuori del tatami, perché il judo attraverso i principi che tramanda non è altro che un mezzo per migliorare la società in cui viviamo. Il Maestro di Judo svolge a tal proposito un ruolo fondamentale: egli è soprattutto un educatore, ovvero colui che“soffia nella fiamma interna dell’educando” assumendosi il rischio del tentativo, che, avverte Tribuzio, è il rischio del fallimento! Il professore barese propone tre esempi: don Lorenzo Milani, figura grande e controversa della chiesa cattolica degli anni ’50 e ’60, padre Ernesto Balducci, personalità di spicco e allo stesso tempo “eretico” all’interno della chiesa cattolica, e il maestro Alberto Manzi, che attraverso la televisione tra il ’60 e il ’68 insegnò agli italiani analfabeti che non era mai troppo tardi per imparare. Tutte queste figure ricordano in qualche modo il lavoro grande, difficile e combattuto che Jigoro Kano fece per portare una linfa nuova in Giappone prima e poi in tutto il mondo, lottando contro le incomprensioni, i nazionalismi e i tentativi di strumentalizzare la sua creatura, il Judo Kodokan.
Secondo Alessandro Bruyére la disciplina del Judo ha bisogno di essere comunicata alle nuove generazioni con una lingua semplice che sia a loro vicina e facilmente comprensibile. In questo scenario, si colloca la storia per bambini (ma non solo) del draghetto Igei, scritta proprio da Alessandro Bruyere gazie alla collaborazione con Italiajudo. Grazie ai principi del judo, il draghetto Igei riesce a sconfiggere paura e insicurezza, e persino il bullismo di cui era vittima per via della propria diversità fisica, senza tuttavia ricorrere all’uso della violenza. Infatti, il draghetto Igei assomiglia ad un pollo e per questo motivo a scuola era per tutti il dra-pollo. A cambiargli la vita è l’incontro casuale con il maestro Gei Do, che lo inizia al judo e ad una nuova vita.
Alfredo Vismara ci porta indietro nel tempo e ripercorre le tappe principali della vita del fondatore del judo. Kano nasce in un momento in cui l’arte del combattimento era in decadenza: i samurai avevano perso il loro lavoro, la loro posizione sociale e in un certo senso la loro identità; Kano conosce qualche maestro (ne erano rimasti pochi rispetto al passato) e va alle loro lezioni. L’arte del combattimento, infatti, è espressione e ricerca di una continua crescita personale e per questo motivo i maestri da cui Kano va a prendere lezioni sono il più delle volte molto colti: dipingono, scrivono, suonano, etc. E’ così che l’incontro con tali maestri spinge Kano ad erudirsi e a fondare il Judo Kodokan quale arte di vita, d’essere, d’insegnare e di apprendere con l’obiettivo non di distruggere altre persone, ma di farle crescere insieme. Il progetto diventa molto importante ed arriva all’attenzione del ministero dell’educazione giapponese, che decide di introdurre il judo quale attività di educazione fisica, morale ed intellettuale. Alfredo Vismara è convinto che non si possano educatore gli individui solo con le parole, cosa spesso ancora oggi non compresa, e che ai fini dell’apprendimento l’azione e il movimento del corpo sono fondamentali.
Qui Aldo Piatti apre un collegamento con la cultura latina che non solo sottolineava l’importanza del principio mens sana in corpore sano, ma attribuiva un ruolo predominante nell’educazione dell’uomo e del cittadino alla virtus, la forza di fare il bene. Alessandro Bruyére sottolinea come la virtù nasca dalla fatica ed in effetti il termine virtus deriva dal latino vir che significa uomo o forse da vis che significa forza. Infatti, secondo Bruyére soltanto dalla sofferenza del momento nasce la forza, che servirà poi non soltanto nella gara, ma anche nella vita. Ed è proprio questo concetto a farla da padrone nella storia del dra-pollo Igei.
I due giorni alla Scuola Judo Tomita e nelle strutture del Don Orione di Roma sono stati per tutti momenti di ricerca, formazione ed azione, momenti di felice sudore sul tatami per piccoli e grandi e momenti di riflessione e confronto durante il convegno. Il M° Jigoro Kano, con quella sua intuizione del principio universale del seiryoku-zen’yo (精力善用, il miglior impiego dell’energia) e la sua applicazione pratica nel jita-kyo’ei (自他共栄 tutti insieme per il mutuo benessere), ci ha regalato uno strumento che attraversando la tradizione è valido tutt’oggi per creare uomini forti, utili e liberi.

Cisterna di Latina ospita Igei
Bellissima giornata di presentazione quella organizzata da Fabio Taborro, Sofia Abagnale e Alberto Di Ottavio, gli amici dell’Associazione Dojo Makoto di Cisterna di Latina in collaborazione con la Libreria Anacletco, in data 15 aprile 2016.
L’autore Alessandro Bruyère durante la mattinata ha fatto visita all’Istituto Comprensivo Plinio il Vecchio di Cisterna di Latina, dove ha avuto modo di raccontare la storia di Igei agli alunni di ben 12 classi, dalla quarta elementare alla prima media. Un range di età perfetto per le tematiche affrontate nel libro. I ragazzi si sono mostrati attenti ed interessati e hanno posto svariate domande all’autore, che nel rispondere ha colloquiato con loro di sport, di arti marziali, di diversità, di bullismo e di vita. Si è parlato tanto delle antiche origini delle arti marziali quanto dei problemi delle vita quotidiana, e la metafora della disciplina sportiva come specchio della vita di tutti i giorni è emersa con forza, emozionando i ragazzi, i maestri e l’autore stesso.
Sempre in quel di Cisterna Latina, nel pomeriggio Alessandro è stato ospite della Libreria Anacleto. La gentilissima proprietaria Roberta Russo ha allestito uno spazio per accogliere i tantissimi bambini (e i loro genitori) che hanno partecipato all’evento. Occhi sgranati e domande divertenti hanno colorato ancor di più la coloritissima libreria di Roberta.
Un’altra importante esperienza che ha fatto in modo di ampliare ulteriormente il viaggio di Igei e dela sua storia, trasportando il nostro drago in un una nuova città, colma di spirito propositivo e di amore per le arti marziali e per i bambini.
Alessandro Bruyere a Tele Bari racconta la lotta di Igei contro le discriminazioni
L’autore del libro che racconta la storia di IGEI, Alessandro Bruyere, e’ stato invitato da Tele Bari a parlare di lotta alle discriminazioni, tanto cara al dra-pollo IGEI. Infatti, la storia del drago IGEI parla di passione, amicizia, mutua prosperità, partecipazione, rispetto e sforzo per migliorare, ma sopratutto di diversita’ e di integrazione.
Vi proniamo di seguito un estratto della piacevole ed interessante chiacchierata con la giornalista di Tele Bari:
Per l’intervista completa clicca qui.
Il giovane IGEI è un drago adolescente che assomiglia ad un pollo e per questo motivo a scuola è per tutti il “dra-pollo”. Vittima di bullismo, IGEI vive isolato e ai margini della società.
Tuttavia, c’e’ qualcosa che cambierà radicalmente la vita di IGEI: l’incontro casuale con il Judo lo aiuterà a sconfiggere le proprie paure, iniziandolo ad una nuova fase della propria vita. La storia di IGEI ha il preciso obiettivo di aiutare a comprendere che della diversità non si deve avere paura, né vergogna. Questa storia ci insegna che siamo tutti un po’ diversi dagli altri, sia dentro che fuori; ed è proprio questa differenza che ci contraddistingue, rendendoci unici e speciali. La diversità di IGEI, la somiglianza ad un pollo per l’appunto, può essere metafora di altre forme di disagio e di discriminazione.
La storia di Igei, inoltre, presenta il judo e i suoi valori a chi già lo vive e anche a chi gli si avvicina per la prima volta, esaltandone le caratteristiche che aiutano chi pratica questa affascinante disciplina orientale ad affrontare qualsiasi problema e ad acquisire una visione differente della propria vita e di quella altrui.

Riparte il giro d’Italia di IGEI!
Continua la “Via” del giovane draghetto IGEI volta a promuovere i valori di passione, amicizia, lealta’ e mutua prosperita’, racchiusi nel libro che racconta la sua storia!
Sono tanti gli appuntamenti in programma e i progetti scintillanti per IGEI. Di seguito le prossime tappe a cui vi inviatiamo a partecipare.
Venerdì 18 marzo, alle ore 21.00, presso il teatro “Casa del tetaro Ragazzi e Giovani” di Torino (corso Galileo Ferraris 266), Igei è stato invitato al meraviglioso e toccante spettacolo “Il Maestro, storia di judo e di vita”, di e con la bravissima attrice Eleonora Frida Mino. A fine spettacolo l’autore del libro che racconta la storia del draghetto, Alessandro Bruyère, presenterà il testo e parteciperà ad una tavola rotonda con l’attrice. Entrambi infine risponderanno alle domande del pubblico. E non è escluso che Igei salga sul palco per salutare tutti i giovani spettatori che avranno appena assistito allo spettacolo! Si tratta di una collaborazione iniziata lo scorso dicembre.
Per tutte le info cliccate qui
Giovedì 7 aprile l’autore del libro, Alessandro Bruyere, sarà ad Azzano San Paolo, dove parteciperà ad una tappa del’evento itinerante “Libri e storie di sport”. Protagonisti dell’evento sportivi/scrittori, che hanno unito due delle loro passioni riuscendo a colorare della loro esperienza sportiva le pagine di libri da loro scritti. Alessandro nell’occasione presenterà il suo “Via e Sentieri”, tratto dalla sua tesi di laurea in filosofia, e il nostro “Igei, storia di un drago che faceva judo”, i due testi da lui scritti che raccontano lo sport e il su modo di viverlo.
Chi volesse avere informazioni a proposito le può trovare cliccando qui
Altro importantissimo evento domenica 17 aprile. L’autore Alessandro Bruere nell’occasione sarà a Roma per partecipare come relatore al convegno “Educazione, la proposta del judo fra tradizione e società moderna”. Un convegno di altissimo livello, dato che gli altri relatori saranno il Maestro Alfredo Vismara, cintura nera 9° dan e uno dei migliori conoscitori della disciplina giapponese in Italia, e il professor Giuseppe Triburzio, docente di Sociologia all’università di Bari e noto scrittore di testi di judo. Il moderatore sarà il Maestro Aldo Piatti, cintura nera 8° dan.
Il compito di Alessandro Bruyère sarà quello di spiegare i valori che la storia di IGEI si propone di trasmettere al fine di esaltarne il valore educativo. Verra’ altresi’ trattato il tema del bullismo e delle soluzioni che il judo e lo sport possono proporre.
A fine convegno, Alessandro sarà ospite della società organizzatrice Scuola Judo Tomita, presso la quale terrà uno stage tecnico per i bambini e uno per gli adulti. Il giorno prima i judoka piccoli e grandi parteciperanno ad un medesimo stage con il Maestro Vismara e ad uno con il Maestro Aldo Piatti. L’intero incasso (20 euro il costo della partecipazione) sarà devoluto alla famiglia Di Ceglie per sostenere la terapia del giovane judoka Leo, in cura presso il reparto di oncologia e l’ospedale peditarico, e per il quale la scoietà Scuola Judo Tomita ha organizzato l’evento. Igei è più che onorato di fare parte di questa iniziativa.
Per maggiori info clicca qui.
Se vuoi IGEI nel tuo club oppure se vuoi organizzare un evento nella scuola dove operi, non esitare a scrivere a igei@italiajudo.com

Bullismo e Sport: IGEI in convegno a Torino
Il prossimo venerdi’ 11 dicembre presso il Teatro Collegio San Giuseppe di Torino, a partire dalle ore 8,30 fino alle 13,30 si terra’ il convegno “Bullismo e Sport: il contrasto al bullismo tramite la pratica degli sport”.
Il convegno e’ organizzato da Lion Club International, su iniziativa della sezione di Torino Augusta Taurinorum. L’incontro, patrocinato dalle regioni Piemonte e Valle D’Aosta, dalla citta’ di Torino, dal CONI e con la partecipazione della Polizia Postale, vedra’ tra i relatori Alessandro Bruyere, il quale offrira’ ai presenti la testimonianza di IGEI, il dra-pollo che grazie all’incontro casuale con il judo riesce a superare la paura e il bullismo, senza usare la violenza, bensi’ acquisendo maggiore sicurezza in se stesso e facendo propri i valori caratteristici della discplina del judo quali passione, lealta’, amicizia e mutua prosperita’.
All’incontro, tra i relatori, vi sara’ anche il maestro Felice Mariani in rappresentanza dell’Osservatorio Nazionale Bullismo e Doping del quale e’ segretario aggiunto.
All’incontro e’ possibile partecipare gratuitamente previa registrazione on-line sul sito bullismoesportlions.it
no images were found